Caltanissetta, città della Sicilia sorge a 568 metri sopra il livello del mare (sesto comune capoluogo di provincia più alto d’Italia) dominato dal monte San Giuliano ed affacciato sulla Valle del fiume Salso.
L’etimologia deriva dall’arabo Q’al’at Nissa, che significa “Castello delle donne”, piccolo villaggio sicano, sorto nella zona di Sabucina; di origine antica, addirittura pre-greca o sicuramente sicana, situata nella zona del monte Gebel Habib (“la montagna felice”), subì le diverse dominazioni che nel corso dei secoli si alternarono sull’ isola.
Nel 123 a. C. venne conquistata dai Romani guidati dal console Lucio Petilio, che fondò una colonia chiamata in suo onore “Petiliana”, successivamente, intorno all’ 831 d. C., arrivarono gli Arabi che aggiunsero all’originario nome il prefisso Q’al’at (castello) da cui Qalat-an-Nissa, il castello delle donne.
Nel 1087, la città venne occupata dai Normanni, e divenne possedimento del Gran Conte Ruggero, che la trasformò in feudo per vari membri della sua famiglia. Egli costruì l’abbazia in stile romanico di Santo Spirito, laddove si trovava un villaggio rupestre ed un convento basiliano sorto sui resti di una fattoria di origine romana.
Durante il dominio aragonese fu eretta a contea e concessa in feudo a Corrado Lancia che fu nominato conte da Federico III.
Nel 1407, passò ai Moncada di Paternò e ad essi rimase fino alla soppressione della feudalitaà in Sicilia, nel 1812. Proprio alla Corte dei Moncada si sviluppo la Scuola Polifonica Siciliana (Vinci, Martoretta ecc.)
Nel 1816, in pieno periodo borbonico, Caltanissetta fu elevata a capoluogo di provincia, grazie alla mediazione del giurista Mauro Tumminelli.
Per questo motivo la popolazione nissena si rifiutò di partecipare ai moti separatisti di Palermo del 1820, e la città dovette subire un saccheggio da parte di alcune bande armate, formate da galeotti ed ex carcerati, capitanate da Salvatore Galletti, principe di San Cataldo, che devastarono il quartiere della Grazia. Aderì ai moti rivoluzionari ed indipendentisti del 1848-1849, guidati da Ruggero Settimo, che ebbero termine proprio a Caltanissetta, dove fu firmata la capitolazione dei rivoluzionari. Garibaldi e i suoi Mille giunsero a Caltanissetta il 2 luglio 1860 e vi fecero ritorno il 10 agosto.
Come l’intera Sicilia nello stesso anno, venne annessa al Regno d’Italia.
Dopo l’Unità d’Italia fu interessata da un grande boom economico dovuto soprattutto ad un’intensa attività mineraria. Fin dal 1838, le strade rotabili la collegavano a Piazza Armerina, Barrafranca e Canicattì; Nel 1867, giunse l’illuminazione a gas e nel 1878 arrivò la ferrovia., mentre nel 1914 l’arrivo dell’elettricità permise l’apertura del primo cinematografo.
Durante la Seconda guerra mondiale, subì diversi bombardamenti durante i quali persero la vita 351 civili; subito dopo la guerra Caltanissetta iniziò a rimarginare la maggior parte delle ferite ricevute in eredità: negli anni ’50 iniziò il restauro della Cattedrale, distrutta dai bombardamenti dell’aviazione americana del 1943.
Negli anni ’50 -’60, con l’approvazione di un nuovo piano regolatore, la città ha conosciuto una notevole espansione urbanistica, che ha portato alla nascita di nuovi quartieri e di nuove arterie di comunicazione.
Nei primi anni ’70 venne meno il settore dell’estrazione dello zolfo: la crisi irreversibile del settore raggiunse in quegli anni il punto di non-ritorno e furono così chiuse anche le ultime solfatare nissene.
Ed è intorno ai primi anni “70 che l’ Amministrazione Provinciale di Caltanissetta, venendo incontro alle richieste sempre più pressanti di cultura musicale provenienti dalle diverse realtà locali decide di avviare un percorso culturale con l’ istituzione di un Istituto Musicale, intitolato al musicista siciliano “ V. Bellini “, attivando 5 Scuole (Violino, Violoncello, Pianoforte, Flauto, Canto, e il Corso straordinario di Chitarra) e i relativi Corsi Complementari, che dopo i primi anni di avvio, ottennero il Pareggiamento ai Conservatori di Stato con D.P.R. n 639 del 19/10/1979.
Inizia, così, per l’ Istituto Musicale Vincenzo Bellini un iter sempre in continua crescita.
Negli anni ottanta vengono istituite nuove scuole che regolarmente ottengono i decreti di pareggiamento.
Con la Legge 508/99 di Riforma dell’ Istruzione Musicale italiana l’ Istituto avvia, nel pieno rispetto di tutte le norme ministeriali via via emanate, il graduale processo di trasformazione.
Oggi si pone a pieno titolo inserito nell’ ambito del Comparto AFAM (Alta formazione Artistico Musicale) del Ministero dell’ Università e della ricerca e rappresenta nel territorio una Istituzione di riferimento per l’ Istruzione musicale accademica, anche per i Comuni di tutte le provincie limitrofe, sia per la sua posizione di centralità all’interno dell’isola che per la rete stradale extraurbana che facilità i collegamenti con il resto della provincia e della regione.
Oggi, l’ Istituto Superiore di Studi Musicali “V.Bellini” di Caltanissetta un’Istituzione pubblica che svolge compiti di istruzione e formazione musicale, di produzione artistica e di ricerca.
Negli anni hanno diretto l’ istituto i Maestri: Pietro Costanza (dal 1973 al 1982), Raffaele Vinci (dal 1982 al 2003) Angelo Licalsi dal 2003 al 2005).
In seguito alla Legge di Riforma 508/99 e all’ adozione dello Statuto di autonomia ai sensi del D.P.R. 132/2003 approvato dalla Direzione Generale Miur Afam con Decreto n. 499 del 02/12/2005 hanno ricoperto l’ incarico di Direttore con nomina del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca il M° Angelo Licalsi (triennio 2005-2008 e 2008-2011) e il M° Gaetano Buttigè (triennio 2011-2014)
In atto, a seguito di rielezione per il triennio 2014-17 ricopre la carica il M° Angelo Licalsi.
L’ Istituto è ubicato in Corso Umberto, 84, nel centro storico della Città, in un complesso costruito nel 1588 per volere di Luisa e Francesco Moncada, già Convento dei Gesuiti.
Le attività didattiche vengono espletate in 24 Aule.
Fanno parte della struttura:
- una Cappella di circa 80 posti
- un Auditorium di circa 100 posti
- una Sala conferenze di circa 50 posti.